Ogni volta che salivo in soffitta per fare un po’ d’ordine, il mio sguardo cadeva su una sedia rimasta lì per più di vent’anni.
Il suo aspetto suscitava sentimenti contrastanti: legno sbiadito, vernice scrostata, crepe e parti in compensato rovinate. Onestamente, sembrava appartenere a un’altra epoca.
Ero sul punto di portarla fuori con gli altri oggetti inutili, quando mia figlia è entrata nella stanza. Appena ha visto cosa stavo facendo, ha esclamato: «Mamma, assolutamente no!». L’ho guardata sorpresa. «Ma è solo una vecchia sedia, il suo tempo è finito», ho risposto. Ma mia figlia non la pensava allo stesso modo.
«No, no, non immagini nemmeno quale potenziale abbia! Ne farò qualcosa di straordinario», ha detto con un luccichio di entusiasmo negli occhi.
Il giorno dopo si è messa all’opera. Per prima cosa l’ha pulita a fondo, eliminando strato dopo strato di polvere, vernice e anni di abbandono. Sotto, ha iniziato a emergere la naturale trama del legno.
Le parti in compensato, ormai irrecuperabili, sono state sostituite. Ha ritagliato nuovi elementi e li ha dipinti di un meraviglioso verde smeraldo. Questa tonalità, unita al calore del legno, creava un contrasto sorprendente.
Ma non si è fermata qui. Mia figlia ha aggiunto una morbida imbottitura sul sedile, scegliendo un lino chiaro con un delicato motivo floreale. Ogni dettaglio è stato curato con precisione. Perfino le gambe della sedia sono state rifinite con una leggera patina dorata, conferendole un tocco vintage ma moderno allo stesso tempo.
Quando il restauro è stato completato, faticavo a riconoscere quella vecchia sedia. Da oggetto dimenticato e trascurato, era diventata un vero capolavoro. Ora ha un posto d’onore nel nostro soggiorno e cattura l’attenzione di tutti.