Questa mattina abbiamo trovato qualcosa di molto strano nel cortile.
All’inizio sembrava un pezzo di corda dimenticato o forse un lavoretto. Ma guardando meglio abbiamo capito che era una catena di corpi ovali, strettamente intrecciati l’uno all’altro. Pendevano da un ramo, come se qualcuno li avesse appesi lì di proposito.
L’abbiamo trovata proprio accanto al tosaerba. Mio marito è uscito per controllare la macchina e ha notato sull’erba una traccia strana — come se qualcosa fosse caduto dall’alto. Guardando verso l’alto, ha visto sui rami bassi di un vecchio albero una catena di una decina di piccoli «sacchetti».
Sembrava così insolito che all’inizio abbiamo pensato agli insetti. Forse un nido? Forse dei bozzoli? Ma più li osservavamo, più cresceva l’angoscia. Ogni «sacchetto» era semitrasparente e dentro c’era qualcosa di vivo. Quando finalmente abbiamo scoperto la verità, siamo rimasti semplicemente sconvolti che potesse esserci una cosa del genere nel nostro giardino.
Più tardi abbiamo scoperto la verità — e ci ha scioccati. Erano uova di serpente. A quanto pare erano letteralmente cadute dalla femmina durante l’attacco di un rapace.
Probabilmente un falco o un nibbio ha catturato la madre con gli artigli e alcuni uova sono usciti durante il volo. Si sono impigliati su un ramo e sono rimasti appesi, formando quella strana «ghirlanda» che ci ha spaventati.
Siamo rimasti in silenzio, scambiandoci sguardi. Immaginare che proprio sopra il nostro cortile si fosse svolta una scena così selvaggia della natura era allo stesso tempo inquietante e ipnotico.
La madre era diventata preda della caccia, ma la sua prole era rimasta sospesa come un inquietante promemoria della fragilità della vita.
Ora, ogni volta che passeremo vicino a quell’albero, ci ricorderemo di quella scoperta e di quanto strane siano le intrecciature tra vita e morte proprio davanti ai nostri occhi.
