Patrick Hardison non ha mai cercato la fama. Era semplicemente un pompiere — coraggioso, forte, devoto al suo lavoro. Ma un giorno, nel settembre 2001, la sua vita cambiò per sempre.
Una chiamata per un camper in fiamme si trasformò in tragedia: il soffitto crollato avvolse il suo volto nelle fiamme. Patrick si salvò, ma il suo volto fu completamente distrutto.
Le ustioni gli portarono via orecchie, labbra, palpebre e gran parte del naso. La pelle era carbonizzata, e gli occhi erano coperti da una maschera di pelle trapiantata dalla coscia.
Non riusciva a guardarsi allo specchio fino a novembre. Quando i medici fecero un piccolo foro nelle palpebre artificiali, vide il proprio riflesso e disse: «Che cos’è questo? Non posso sopportarlo.»
Da lì iniziarono anni di dolore, solitudine e lotta. Sua moglie se ne andò. I figli crescevano, ma lui vedeva a malapena. Andava alle partite di baseball, ma non poteva restare — i genitori degli altri bambini bisbigliavano, i bambini si giravano spaventati.
Per strada, i passanti lo indicavano con il dito.
Nei quattordici anni successivi all’incendio, Patrick ha subito 70 operazioni. Cercava disperatamente di tornare a una vita normale, ma sembrava uscito da un film dell’orrore.
La speranza arrivò grazie al dottor Eduardo Rodriguez del Langone Medical Center della New York University. Rodriguez venne a conoscenza della storia di Patrick da un conoscente e iniziò i preparativi.
Nel 2015, radunò un’équipe di oltre cento specialisti. Fu il trapianto di volto più complesso mai eseguito fino ad allora.
L’operazione durò 26 ore. A Patrick furono trapiantati il viso, il cuoio capelluto, le orecchie, i condotti uditivi, il naso, il mento, le guance e le palpebre, che ora potevano anche sbattere.
Il costo dell’operazione fu di circa un milione di dollari, ma la famiglia Hardison non pagò nulla — tutto fu coperto dall’ospedale.
Oggi Patrick Hardison conduce una vita quasi normale. Ha acquistato un terreno, sta costruendo la sua casa da solo e scrive un libro.