Mia figlia e mio genero sono morti due anni fa. Io e i miei nipotini, Andy e Peter, trascorrevamo una vacanza estiva in spiaggia, godendoci il sole e il suono delle onde, quando all’improvviso Andy ha gridato e ha indicato la terrazza di un bar: «Nonna, guarda! Sono la nostra mamma e il nostro papà!»
Sono rimasta sbalordita: la donna al tavolo assomigliava straordinariamente a mia figlia Monica, e l’uomo accanto era la copia conforme di Steven, il padre dei miei nipoti. Spinta dalla curiosità e dall’ansia, ho affidato i bambini a un’amica e ho seguito di nascosto quella coppia. Si sono diretti verso una piccola casetta poco distante.
Radunando tutto il mio coraggio, ho bussato alla porta. E ho visto il volto di mia figlia, che credevo scomparsa da anni. Qualche giorno prima avevo ricevuto una lettera anonima con scritto «Non sono davvero andati via», e la mia banca mi aveva avvisata di una transazione sospetta effettuata con la carta virtuale collegata al conto di Monica. All’epoca non avevo capito che quei segnali mi avrebbero condotta alla verità.
Dentro, Monica e Steven hanno ammesso: avevano inscenato la propria morte per sfuggire a debiti enormi e garantire ai loro figli una vita stabile. «Pensavamo fosse la soluzione migliore», ha spiegato mia figlia tra le lacrime.
Mentre cercavo di elaborare quanto appena scoperto, la polizia è arrivata e ha arrestato Monica e Steven. Nonostante ciò, hanno avuto il tempo di abbracciare Andy e Peter, che fino all’ultimo hanno creduto nel ritorno dei loro genitori. Ho capito allora che il destino dei miei nipoti era ora nelle mie mani.