Non avrei mai pensato che la mia vita potesse cambiare così, in un giorno come tanti, tanto meno su richiesta di uno sconosciuto. Quando un uomo senza fissa dimora mi ha chiesto di prendere il suo cane, ho esitato, schiacciata dalle mie difficoltà, ma non ho rifiutato e…
È passato un anno da quando mio marito Jason è morto in un incidente d’auto. In tutto questo tempo mi sono aggrappata a nostro figlio di otto anni, Liam, mentre combattevo il mio dolore. Jason non era solo mio marito, era il mio migliore amico, il mio partner, il mio sostegno. La sua perdita è stata un colpo terribile, ma la forza silenziosa di Liam mi ha sorretto: le sue parole di conforto, come «Va tutto bene, mamma, sono con te», mi davano il coraggio di affrontare ogni giorno.
Una fredda giornata, uscendo dal supermercato con Liam, abbiamo visto un uomo seduto al bordo del parcheggio, avvolto in una coperta sottile. Accanto a lui tremava di freddo una cagnolina sporca. Liam mi ha tirato la manica, con gli occhi pieni di preoccupazione. «Mamma, la cagnolina ha tanto freddo. Possiamo aiutarla?»
Ho esitato. Avevamo così poco: pochi soldi, poche energie. Ma prima che potessi rispondere, l’uomo si è avvicinato con voce incerta: «Signora, mi scusi il disturbo, ma potrebbe portare con sé la mia cagnolina? Si chiama Daisy. È tutto ciò che mi resta, ma non posso più prendermene cura. Merita una vita migliore.»
Quelle parole mi hanno trafitta. Ho guardato Liam, nei cui occhi imploranti vedevo la disperazione di quell’uomo. Il mio cuore si è spezzato. «Va bene», ho detto piano, accovacciandomi per accarezzare Daisy. «La porteremo con noi.» Il volto dell’uomo si è disteso in un sospiro di sollievo. «Grazie», ha sussurrato, le lacrime che gli rigavano le guance.
Quella sera Daisy si lamentava inquieta nella sua nuova casa, ma Liam stette accanto a lei, consolandola con la sua coperta preferita e tenere carezze. «Va tutto bene, Daisy. Sei al sicuro. Ti vogliamo bene», le disse con voce calda. Guardandolo, ho sentito rinascere in me la speranza, assopita da mesi.
Nelle settimane successive, Daisy è diventata parte della nostra piccola famiglia. Liam l’ha adorata: le spazzolava il pelo, la nutriva, e le leggeva le fiabe prima di dormire. Daisy, dal canto suo, ha fatto rinascere le risate nella nostra casa. Per la prima volta dopo la morte di Jason, la nostra vita domestica è tornata a pulsare di gioia.
Dopo un mese abbiamo trovato nella cassetta delle lettere una busta semplice. Dentro c’era una lettera scritta a mano con caratteri tremolanti:
«Cara Daisy,
Spero tu sia al caldo e felice. Mi manchi tanto, ma so di aver preso la decisione giusta. Meriti una casa, del cibo e persone che ti amano. Grazie per avermi fatto da amica quando non avevo nessuno. Non ti dimenticherò mai.
Con affetto, il tuo vecchio amico.»
Le lacrime mi hanno offuscato la vista mentre leggevo. Liam, vedendo la mia emozione, mi ha chiesto cosa fosse successo. Dopo avergliela letta, mi ha guardato con determinazione: «Mamma, dobbiamo trovarlo. Non deve essere solo.»
Il giorno seguente abbiamo preparato una borsa con vestiti caldi, cibo e altre cose essenziali. Insieme a Daisy abbiamo cercato quell’uomo, finché non l’abbiamo trovato davanti a una mensa per i senzatetto. Daisy è corsa da lui, scodinzolando furiosamente. L’uomo, che si chiamava Edward, l’ha abbracciata stretto, con le lacrime agli occhi.
Da quel giorno lo abbiamo visitato regolarmente. Portavamo Daisy e aiutavamo Edward come potevamo. Pian piano è riuscito a ricostruirsi una vita. Qualche mese dopo ci ha inviato un’altra lettera, stavolta con un indirizzo: aveva trovato un lavoro e un piccolo appartamento. «Grazie per aver creduto in me», scriveva. «Avete cambiato la mia vita.»
Edward è diventato parte della nostra famiglia: viene a cena da noi, festeggia con noi le ricorrenze. Daisy ci ha uniti, insegnando a Liam e a me il potere della gentilezza e della comprensione.
Quel giorno in quel parcheggio stavo per dire di no. Ma dicendo sì abbiamo cambiato le nostre vite. E io e Liam abbiamo imparato che anche il più piccolo atto d’amore può generare onde capaci di trasformare per sempre un’esistenza.
