Elena Nikolaevna stava cucinando quando sentì il suono della porta che si apriva. Asciugandosi le mani con un asciugamano, si precipitò verso l’ingresso.
– Artem? Perché così tardi? Sei solo? Dov’è Nastya? Dov’è il bambino? È successo qualcosa? chiese Elena, guardando con sospetto suo figlio.
– Mamma, ho lasciato Nastya, rispose brevemente Artem mentre si toglieva la giacca, abbiamo litigato, posso passare la notte da te? rispose tranquillamente.
– No, disse improvvisamente Elena Nikolaevna con tono severo.
– Perché no? si stupì Artem, senza capire cosa stesse succedendo…
– Perché te ne sei andato? E cosa è successo? continuò Elena.
– Sono stanco! Torno a casa e la cena non è pronta. Devo fare tutto da solo! si lamentò lui.
– E allora? Cucini benissimo. È così difficile per te? chiese la madre con una punta di ironia.
– Ma Nastia è anche una cuoca! Abbiamo scelto questa strada insieme!
– Nastia ora si occupa del bambino, non lo vedi? Pensi che prendersi cura del piccolo sia una passeggiata nel parco? Tu non sopporteresti nemmeno una giornata di questo carico!
– Non riesce nemmeno a cucire un bottone sulla camicia! È da tre giorni che glielo chiedo, borbottò Artem, come se stesse cercando di giustificarsi.
Elena sospirò stancamente e guardò suo figlio, come se lo vedesse per la prima volta così.
– Un bottone? Artem, sei serio? Non puoi farlo tu? Hai riparato i tuoi pantaloni quando dovevi, e ora per una cosa del genere vuoi lasciare la casa?
Si fermò e aggiunse più dolcemente, ma con fermezza:
– Ascolta, figlio mio, nella vita ci sono litigi, ma fuggire non è la soluzione. La tua casa è dove c’è la tua famiglia. Nastia è tua moglie, tuo figlio è tua responsabilità. Hai scelto di sposarti, hai scelto di diventare padre, quindi vai e porta questo fardello.
– Ma mamma, sono stanco…
– E Nastia, secondo te, non è stanca? Se resti qui, distruggerai la tua famiglia. Torna a casa, fai pace. Se continuerai a andartene dopo ogni conflitto, dove finirai?
Elena si avvicinò a suo figlio, gli accarezzò la spalla e aggiunse dolcemente:
– Dì a Nastia che sarò sempre felice di vederla. Ma questa non è più casa tua. Torna dove ti aspettano.
Artem indossò silenziosamente la giacca, gettò un ultimo sguardo a sua madre e uscì nella notte. Elena chiuse la porta dietro di lui e, appoggiandosi al muro, sussurrò dolcemente:
– Spero che vada tutto bene per loro.