I miei figli hanno deciso che, in vecchiaia, dovrei mantenerli, perché così li ha abituati il loro padre.
Un tempo mi sono sposata bene e non ho mai conosciuto la povertà. Mio marito guadagnava bene e io non dovevo lavorare — mi occupavo della casa e dei bambini. Mykhailo aveva un’attività: comprava auto in Polonia o in Germania, le riparava e le rivendeva.
Anche nostro figlio e nostra figlia non sapevano cosa fosse il “no”. Avevano tutto quello che volevano. Quando sono cresciuti, mio marito ha comprato loro degli appartamenti e organizzato matrimoni sontuosi. Così si sono abituati che tutto fosse fatto per loro.
Volevano andare al mare? Ci andavano. Gli piacevano telefoni costosi? Li ricevevano. Mykhailo faceva tutto per compiacerli. Ma oggi, il risultato di quell’educazione ci ha causato tanti problemi.
Almeno rispettavano il padre, ma a me mi trattavano come una serva, perché non davo loro soldi. Pretendevano che cucinassi i piatti preferiti di ciascuno, lavassi i loro vestiti, pulissi dopo di loro. Loro non facevano nulla in casa.
Quando Mykhailo è venuto a mancare, i figli hanno subito iniziato a dividere l’eredità. Mi hanno cacciata dalla casa, che poi hanno venduto.
– A che ti serve una casa così grande? Non l’hai mica guadagnata tu, è tutto merito di papà! – mi hanno detto.
Hanno speso i soldi della vendita per comprarsi delle auto. Un’amica mi ha accolta a casa sua e mi ha consigliato di andare a lavorare all’estero, perché sui figli non potevo contare. Così ho fatto.
Da tre anni lavoro in Italia e metto da parte ogni euro per una casa e per la mia vecchiaia. Ho trovato molte amiche qui, tutte ucraine, alcune della mia stessa regione. Il lavoro è buono — aiuto una signora anziana e curo la sua casa.
In tutti questi anni non sono mai tornata a casa, nemmeno per le feste. E perché dovrei? Non ho più una casa mia. Qualche giorno fa, mio figlio mi ha chiamata all’improvviso. Non è riuscito a mantenere l’attività del padre e si è riempito di debiti.
Siccome lavoro all’estero e, secondo lui, guadagno abbastanza, ha deciso che devo pagare i suoi debiti.
– Papà ci ha sempre aiutati, tu mai! Almeno adesso potresti rimediare! – mi ha gridato.
Gli ho risposto:
– Non vi devo nulla. Tutti i figli si prendono cura dei genitori da anziani, ma voi pensate solo a voi stessi. E allora anch’io penserò a me!
Da allora, i figli non si sono più fatti sentire. Mi fa male sapere di avere figli così ingrati. Spero che un giorno capiscano il loro errore. Intanto lavoro per garantirmi un futuro, perché non posso contare su nessun altro.
Non ho forse ragione?