Su un autobus affollato, un gruppo di adolescenti rideva rumorosamente, prendendosi gioco di una povera anziana. Facevano commenti pungenti sui suoi vestiti logori, sulle sue mani tremanti e sui suoi movimenti lenti. Gli altri passeggeri distoglievano lo sguardo, evitando di intervenire.
All’improvviso, il loro riso fu interrotto da una voce profonda e decisa. Era un senzatetto seduto poco distante.
— Ridete perché non conoscete la vita vera, disse guardando i ragazzi dritto negli occhi. Vedete una vecchia signora, ma non conoscete la sua storia. Forse ha cresciuto figli che ora sono medici o insegnanti. Forse ha perso tutto, ma non si è mai arresa. E voi, ridete?
Un silenzio pesante calò sull’autobus. L’anziana guardò l’uomo con gratitudine, mentre gli adolescenti abbassavano lo sguardo, rendendosi conto della loro crudeltà. Quando l’autobus si fermò, uno di loro mormorò timidamente:
— Mi dispiace…
La donna sorrise dolcemente e rispose:
— L’importante è che lo ricordiate.
Il senzatetto tornò ai suoi pensieri, mentre i passeggeri riflettevano su come, a volte, le parole più sagge provengano da chi meno ce l’aspettiamo.